venerdì 20 aprile 2018

La via Trentola, passando da Barisano, in cerca di Pievi e Mulini




La via Trentola, strada provinciale 71, che collega Forlì con San Pietro in Trento, prende il nome dalla Pieve di San Pietro in Trento che vi si trova.  
Il toponimo in Trento, in Trentula o il precedente Trigintula è dovuto all'ubicazione della chiesa, al trentesimo miglio della centuriazione romana.


Questo percorso rappresenta una bella alternativa, per chi come noi non ama muoversi a motore, alle strade sui fiumi che collegano Ravenna a Forlì. Una variante parziale, leggermente più lunga e tortuosa, ma sicuramente anche più interessante per i luoghi che attraversa. 
Oggi il nostro obiettivo era esplorarlo con attenzione nell'ambito della prima escursione stagionale di una certa importanza: 66 km da Ravenna a Forlì e ritorno.

Percorso: partendo da Ravenna fiume Ronco fino a Coccolia. Poi, attraversato il fiume, via Canale Molino (a sn dopo il mulino Spadoni) fino a Barisano. A seguire, sulla via Trentola, Malmissole e Forlì, cui si approda attraverso la via Monte San Michele, passando sotto la ferrovia.
Al ritorno stesso percorso fino a Barisano, poi San Pietro in Trento, Pilastro, fiume Montone, Ravenna.


Per un giorno, e per noi in particolare, il piccolo paese di Barisano è più importante di Forlì sia perché è centrale rispetto alla nostra strada (siamo sulla via Trentola a 8 km da Forlì), sia perché è caratterizzato da alcuni edifici che attirano la nostra attenzione.

La pieve anzitutto.

La Pieve di San Martino in Barisano è una pieve romanica le cui prime traccie risalgono a prima del mille. Diversamente da altre pievi del nostro territorio è ad una unica navata.


Non sono ben note le motivazioni che ne hanno portato l'edificazione, a breve distanza dalla pieve di Barisano, infatti, sorge la ben più importante Pieve di San Pietro in Trento
Una prima ipotesi: questi territori durante il Medioevo furono a lungo contesi tra Forlì e Ravenna. Entrambe le città avrebbero così fondato una propria pieve in modo da rendere omogenee e far coincidere le circoscrizioni civili con quelle ecclesiastiche.

Una seconda ipotesi: è molto probabile che nei primi secoli del medioevo, in queste zone passasse un fiume, probabilmente il Rabbi che rendeva impossibile i rapporti della popolazione locale con la pieve di San Pietro in Trento, rendendo necessaria l'edificazione della pieve di Barisano. 

Altro edificio interessante è il mulino

 

Un fabbricato che scorre via anonimo se lo si incontra passando in auto, sovrastato com'è da costruzioni più moderne e adeguate alla produzione di oggi. Il mulino infatti è ancora attivo. Ma per chi viaggia con calma, su due ruote ( o quattro zampe) è facile osservare che era l'acqua del canale che abbiamo costeggiato dal mulino di Coccolia fin qui a fornire la forza motrice. Un interessante spunto da approfondire per capire meglio questo territorio.

Infine va segnalato a Barisano un terzo luogo  (già noto e frequentato in passato): il circolo repubblicano ( CIRCOLO ENDAS BARISANO)  in cui,  per chi non ama cenare in etichetta e in ambiente silenzioso o romantico, si trovano tagliatelle e carne alla brace, quella vera cotta su fuoco vero, ottime.

Da Barisano alla piazza di Forlì è un attimo. E, sopratutto, ci si arriva passando quasi direttamente da campagna a centro storico, evitando piste ciclabili discontinue e traffico: e non è poco!



Come d'abitudine, a Forlì ristoro, in corso Garibaldi, e poi nuovamente in sella per la via Trentola  (che in provincia di Ravenna diventa "Trentula").
Cavallo suscita l'interesse di altri quadrupedi, ma lo induco a procedere e a riattravere il canale dei mulini, per il quale l'antica forza si può oggi solo immaginare!






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