Colazione ricca, all'altezza della giornata impegnativa che ci aspetta. Lasciamo Borgo di buon ora, ed è subito ciclabile, alti filari di mais, frutteti. Campanili che attirano la nostra attenzione. Ci facciamo incuriosire da un cartello che indica la "via della frutta".
Andiamo, le gambe sono riposate, possiamo permetterci qualche km fuori programma, ed una salitella mica male sui fianchi della montagna.
Rientriamo sulla ciclabile, e in poco meno di 15 km raggiungiamo Levico Terme.
La ciclabile lo costeggia scorrendo a fianco della ferrovia e della strada trafficata.
Eccoci dunque a Roncegno, percorriamo strette strade asfaltate e senza traffico, attraversando campi coltivati a prato e frutteti protetti da distese di serre: fragole e altri piccoli frutti. Impariamo a conoscere la pianta del luppolo che non conoscevamo. Silenzio, natura e sapiente faticoso lavoro dell'uomo. Sarebbe bello fermarci più a lungo su questi pendii, ma abbiamo un obiettivo di giornata da non mancare.
E' un altro mondo, più rumoroso e frequentato, plasmato dal turismo e dalle terme, ricco di attrazioni come il lago e lo storico grande parco asburgico. Il paese si sviluppa su quote elevate rispetto al percorso della ciclabile, da cui ci allontaniamo per visitarlo. Il tempo di qualche foto e di una breve esplorazione del parco, e ci riportiamo sulla ciclabile.
Rapidamente raggiungiamo Caldonazzo; ora il percorso si è fatto più confuso e meno segnalato, in parte promiscuo.
Ma dura poco, a Calceranica la vista cambia e si apre sul lago di Caldonazzo.
Ma è su sede propria e protetta, quindi anche qui è bello pedalare; come anche sull'ultimo tratto di percorso che separa il lago da Pergine, un tratto in buona parte di nuovissima costruzione.
75 i km percorsi oggi, 600 circa i metri superati in salita. Forse un poco troppi, ma comunque il bilancio di queste due giornate è abbondantemente positivo.
Pergine è immersa nella quiete di un mezzogiorno di agosto, ci riposiamo all'ombra nella grande piazza. Anche questo è un centro che meriterebbe tempo per essere visitato. Ma pensando al rientro e agli ultimi tratti soleggiati di pista appena percorsi che ci ri-attendono, Cavallo sbuffa e ci richiama all'ordine. Tuttavia il desiderio di sperimentare percorsi alternativi a quelli già conosciuti è forte e
ci facciamo attrarre dal tracciato della "via Claudia Augusta" che da Pergine scende fra i due laghi di Caldonazzo e Levico, da tempi immemorabili, dirigendosi verso Roma.
Un percorso che, in questo tratto, dovrebbe essere ombreggiato ed agevole.
Andiamo. Subito si presentano salitelle che fanno sudare Cavallo, fino alla chiesetta di Masetti.
E poi percorsi ombreggiati e silenziosi, in quota, col lago che improvvisamente ricompare fra gli alberi.
Ma ogni rosa ha le sue spine: ora la strada non è più asfaltata, la salita è aspra e il sole, seppur spesso nascosto, spietato. Cavallo, poi, accusa anche la fame: fortunatamente trovo una barretta solitaria nella borsa.
Scopriamo di essere su un tratto autentico della originale strada romana. Informazione interessante; ma per noi, a questo punto della giornata, poco utile. Puntiamo quindi su Tenna, scommettendo su quello fra i tanti viottoli che incontriamo che ci pare più diretto. E poi giù, lungo la provinciale verso Levico e poi, sulla ritrovata cara e ormai amica ciclabile.
Ombra, acqua e aree di sosta non mancano e ci conducono, stanti ma soddisfatti, fino a Borgo Valsugana, al nostro albergo e ad una meritata cena trentina.
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