mercoledì 26 settembre 2018

Cesena Sorrivoli, su strade inondate di luce e aria

30 chilometri su strade inondate di aria e di luce, prima in città, poi sui colli dietro Cesena.
Partenza dal Ponte Vecchio, nei cui pressi parcheggiamo. 
Direzione centro città dove, in piazza, visitiamo lo IAT. Mi riceve una gentile signorina che, capito che io e Cavallo Blu facciamo sul serio, ci fornisce documentazione preziosa per chi va in bici e che consideravo esaurita! Un bel regalo.


Un grande grazie alla ragazza (di cui non conosco il nome) e a  #cesenaturismo! E in omaggio questa foto di una Cesena molto bella che, ancora, conosco poco.



Poi, subito fuori città, lasciamo la via Emilia per le prime ordinatissime colline rigogliose, ricche di una vegetazione che appare come scolpita.
Il vento è forte, si infila fra i filari di vite, nel vuoto di rumori è una musica che scaccia i pensieri, miei, e l'odore aspro della fatica, di Cavallo.


La strada sale, alla fine saranno 300 metri di dislivello, l'abbiamo già percorsa in passato fino a Sorrivoli, oggi sembra diversa.
Sostiamo alla chiesa di S. Tomaso che i troviamo aperta: una facciata anonima che nasconde uno scrigno romanico.


Proseguiamo; è ormai tempo di vendemmia, le viti cariche di grappoli attraggono la nostra attenzione.

Ma compare il mare, e la scena è tutta per lui: due strisce di colore, prima verde poi blu, che incorniciano la pianura e la separano dall'azzurro del cielo terso.


Arriviamo a Sorrivoli, al suo castello che domina i colli e il mare in lontananza; ed è dominato da torre e stendardo rosso fuoco.


Scopriamo che fra le poche case del borgo si cela un unico negozio, osteria-tabaccheria-alimentari, piccolo ma ospitale. Obbligata e gradevole la sosta ristoratrice.
Ri-imbocchiamo la via percorsa, che lasciamo dopo poco per rientrare a  Cesena passando da Diolaguardia e Acquarola.


Il mare non si vede più, la vendemmia torna protagonista. Anche se, a detta del contadino, non sarà delle migliori.
Al posto del mare, a sinistra, ora c'è il colle di Bertinoro che ci offre una vista diversa da quella che ci è famigliare, una salita meno ripida.
Lo ammiriamo per poco, perché ora corriamo: la discesa è ripida, interrotta solo da qualche brevissima risalita. Una benedizione essere partiti dall'altro versante. 
Corriamo finché i tetti di Cesena ci salutano e chiudono la nostra esplorazione odierna.

Ora, con calma, potremo studiare il nuovo materiale e programmare nuove tappe.




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