Le strade che da Ravenna portano verso il Reno e le valli di Comacchio non offrono particolari emozioni, sopratutto in autunno quando la campagna, piatta, ha dato i suoi frutti e si presenta come uno sterminato campo arato. Anche i corsi d'acqua, il Lamone e i tanti canali che si attraversano o costeggiano, si presentano come frutto dei una ingegneria razionale più che della natura. Ma in giornate come questa, più brevi e fresche, ma anche più votate alla pigrizia, può essere bello percorrere anche queste strade, evitando i tratti più compromessi dal traffico, cercando pigramente di crearsi una meta strada facendo.
Il Lamone prima, con i suoi argini, erbosi e poco accattivanti, e la località Grattacoppa poi, nota per la riconosciuta ospitalità gastronomica del circolo del PD, sono gli unici incontri degni di nota.
La nostra è una visita forzatamente accelerata, ma sufficiente per apprezzare l'unicità del posto.
Cavallo è particolarmente impressionato dalla grande quantità di attrezzi e strumenti dedicati al lavoro dei suoi avi a fianco dell'uomo: calessi, finimenti, ferri, fruste...
Ma c'è tanto altro. dagli strumenti musicali ...
... ai burattini. Dai dipinti di artisti "minori" ...
...a tutti gli attrezzi necessari a costruire ogni oggetto necessario per garantire una vita meno dura.
Ci riforniamo di biglietti da visita, con o senza Cavallo Blu tornerò.
Ma ora dobbiamo rientrare; raggiungiamo Sant'Alberto entrando dalla strada sul vecchio argine del Lamone, sempre gradevole, breve sosta per un caffè, e via per Ravenna.
Saranno, alla fine, 43 i chilometri di un percorso divenuto, grazie a Segurini, molto interessante!
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