sabato 18 maggio 2019

IL LAMENTO DEI FIUMI AMICI


Il primo raggio di sole dopo tanta pioggia riaccende il desiderio di incontrare gli amici fiumi, per salutarli e fare un bilancio "ciclistico" dei danni del maltempo. Con Cavallo blu decidiamo di spingerci fino alle porte di Forlì lungo il Montone per poi rientrare fiancheggiando il Ronco; poco meno di 60 km in tutto. In testa le immagini dell'alluvione a Villafranca, nelle gambe (di Cavallo) la ruggine di una primavera piovosa come mai.
Gli argini dopo la chiusa di san Marco sono puliti, pulito è anche il fiume che, a destra, scorre veloce e limaccioso, ma molto al di sotto della traccia della piena impressa nella vegetazione, una piena comunque lontana dalla sommità degli argini.
Proseguendo, lo scenario si modifica: ora, nei pressi di Chiesuola, il fiume si trasforma in un nastro di bosco, una cortina verde che nasconde l'acqua, invisibile ma rumorosa nel silenzio della campagna: il lamento del fiume che protesta contro l'incuria dell'uomo. 
Forse esprimendo il dolore per aver invaso, poco più a monte, case e botteghe. Cavallo ne è convinto.



Lasciamo il fiume prima del luogo della falla, percorriamo un tratto di provinciale ed eccoci a Villafranca. Ci sono ancora mezzi della protezione civile al lavoro, ma si respira un'aria di operosa normalità.


Intanto, sull'argine poco distante, i lavori proseguono.


E ci ritroviamo nella campagna di sempre, e poi su un altro fiume di sempre, il Ronco.


Ancora acqua limacciosa e vegetazione a tratti molto fitta. Nulla di anomalo. Finché non ci avviciniamo alla chiusa di san Bartolo, dove ci aspettiamo di incontrare il solito cantiere, quello che tuttora causa la chiusura della Ravegnana, sperando di vederlo in piena attività. 
Nulla di anomalo.



Ma non è così e mentre la mia attenzione va alle palancole che aspettano di essere infisse, Cavallo si blocca ad osservare piccole frane e traccie di un frettoloso consolidamento sull'altra sponda. 
Il suo buonsenso equino ancora una volta ha il sopravvento sulla mia razionalità, e avverte anomalie in ciò che osserviamo: cosa c'entra la chiusa maledetta con questi nuovi lavori? Non lo so, ma lo rassicuro: certamente nulla di anomalo. 
Ma non posso sapere che, poco più tardi, assieme a rassicurazioni ufficiali ascolterò la notizia che il tratto di strada su cui ora siamo fermi ad osservare è stata chiusa per un ulteriore smottamento. 

Nulla di anomalo. 
Ci credo, mi preparo a convincere Cavallo.

Ma chi convincerà il fiume?




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