Nel suo ultimo tratto il Savio sembra voler ritardare il suo ingresso nel mare e si fa ancora più tortuoso che nei tratti a monte. Un indecisione che ha lasciato traccie profonde: il corso del fiume è stato corretto anni fa e ora gli argini sono doppi: braccia che abbracciano la campagna prima di lasciarla, celando al proprio interno una piccola oasi verde di acqua e bosco. Uno scrigno nascosto.
Non è facile entrarci.
Noi ci abbiamo provato due volte, provenendo da Ravenna lungo il tradizionale percorso che per valli e pinete arriva a Milano Marittima.
Primo giorno, argine sinistro del Savio.
Giunti all'argine, prima del ponte sul fiume nei pressi della foce fra Lido di Classe e Lido di Savio, andiamo in senso opposto all'indicazione "Cervia". L'argine è subito troppo erbosa, scendiamo sulla carraia che punta a sud ricollegandosi col fiume poco più a monte ...
Il fiume è lì, ci accompagna ma resta nascosto dal ripido argine, accessibile solo di tanto in tanto. Lo esploro scendendo di sella mentre Cavallo Blu attende paziente l'esito delle mie veloci escursioni. Proseguiamo sulla strada che nel frattempo è diventata asfaltata, fortunatamente senza traffico.
Vorremmo ora rifare il percorso a ritroso sull'argine destro, ma non è possibile: l'erba alta e, più a valle, la barriera della ferrovia ci scoraggiano. Cervia è vicina, la raggiungiamo passando davanti alla Casa delle Aie ( foto d'obbligo) e riimmergendoci nella pineta.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMF3qUQMk8TrBb0elvqCD_pkYKjzriOmzTUtmm0kJzsF42EKaJLCviO3DS5Bf2VVUpbVuhl0BWeQRAP1CUt3cForE0a75ATKqjMCceukf5ocG8BJDCdzraBg07PrCIXVhsekAhdoKXPXE/s200/IMG_20190603_113054.jpg)
Si è fatto tardi, rientriamo sotto il sole a picco cui non siamo più abituati, un poco delusi dall'esplorazione, ma comunque soddisfatti dei 60 km percorsi. Torneremo.
Secondo giorno, argine destro del Savio.
Tutto come la prima volta fino al ponte fra lido di Classe e lido di Savio, che passiamo entrando poi sull'argine.
A destra il greto del fiume si allontana... sostituito dalla una campagna coltivata.
Non ci scoraggiamo e proseguiamo finché ricompare uno specchio di acqua limpida.
Scendendo dall'argine ne percorriamo la riva, nonostante i cartelli che tentano di scoraggiarci: riserva di caccia e pesca, proprietà privata ... cartelli che nonostante i miei timori Cavallo blù, sull'onda del suo entusiasmo cavallino, trascura allegramente.
Non è il fiume, ma un bel lago nascosto che esploriamo dalla riva finchè è possibile.
Fatichiamo a comprenderne la collocazione. Lo faremo più tardi, a casa, scaricando le mappe del posto.
Torniamo all'argine senza renderci conto che siamo sul tracciato del fiume vecchio, quello abbandonato. Più avanti ne incontriamo anche l'acqua, stagnante. E cartelli stradali "argine destro" dove a rigor di logica dovrebbe esserci "argine sinistro"!
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5yMRyVBjOSI7KK9x46BDAzW7OENDtIDbXTxBNun7IEn_gyGrQjfqvYSkuCmBaI4hp2SEMxPYa9zvsyyZ3H6MGw6RxDHoZCI5kVsyWOoOaq0aLPNJecg1L1uoTsuWnNnDct6uRcEdVmpo/s200/IMG_20190603_111803.jpg)
Discutiamo un po', ma non ha importanza, il posto è bello e concordiamo che meriterebbe di essere più valorizzato e conosciuto come tratto finale del percorso fluviale che proviene da Cesena.
Magari, parlandone, daremo un piccolo contributo alla sua progettazione.
Ora però dobbiamo rientrare, questa volta soddisfatti. Passiamo dalla casa delle Farfalle per ritornare a Milano Marittima, concederci una meritata sosta al bar prima di completare i nostri 60 Km giornalieri.
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