martedì 28 luglio 2020

Dobbiaco Prato Piazza Dobbiaco: che galoppata




Ultimo giorno di una vacanza diversa, in bilico fino alla vigilia. Stesso posto di sempre, Dobbiaco, stessi itinerari, ma poco entusiasmo e tanti timori nella valigia. 


La val Pusteria, però, ha capacità terapeutiche per me e per il mio fedele Cavallo blu e, in barba al Covid, ci è tornato il piacere di ripercorrere le valli note gustandone fino in fondo la bellezza. 

E, perché no, dimostrando che anche se è passato un anno, e che anno, “siamo ancora qua” a porci obiettivi ambiziosi.

In otto giorni i km percorsi sono stati tanti, sempre in posti diversi, ma Prato Piazza ci mancava: troppo faticoso arrivarci per il mio acciaccato e non più giovane cavallo.


Anche oggi, ultimo giorno, in programma avevamo la valle di Braies. E così è stato, partendo da Dobbiaco sotto un cielo popolato da nuvole basse. 
Prima tappa Santa Maria, raggiungibile con una leggera salita attraverso praterie rigogliose come da anni non ricordavo. 


E poi giù verso Villa Bassa e di lì, nella valle di Braies, tutta ciclabile asfaltata.
  
A questo punto però si è fatto vivo il richiamo di Prato Piazza: "proviamo, magari arriviamo a Ponticello e rientriamo". 
C’è tanta gente in fila in attesa dell’autobus, non li invidiamo. Noi invece siamo soli, due umani e due cavalli meccanici a percorrere la ciclabile nel bosco. 

Fondo sassoso, salite aspre. 

Fra i pini le profonde ferite inferte dal tempo pazzo di questi anni.  
Si suda, ma arriviamo a Ponticello e ci trasferiamo sulla strada asfaltata, a quest’ora semideserta. Di tanto in tanto passa  solo un bus. Anche questa strada si inerpica nel bosco, ma fino all'ultimo tratto, quello regolamentato dal semaforo, Cavallo regge abbastanza bene.

Sarà la fame, sarà l’altitudine, sarà il peso degli anni, sarà semplicemente che ci siamo posti un obiettivo troppo ambizioso, di qui in avanti si fa invece sentire spietatamente la fatica. Cavallo è in affanno e di tanto in tanto devo scendere di sella.


Con calma, molta calma, arriviamo comunque alla fine della salita e raggiungiamo Prato Piazza! Senza fiato per la fatica e per la bellezza di questo posto, anche con le nuvole.



Brevissima sosta per rianimarci senza raffreddarci, evitando, come sempre di questi tempi, il primo rifugio affollato. 

Dopo le foto di rito, raggiungiamo il rifugio Vallandro.


Anche qui c'è molta gente ai tavoli. Rinunciamo a fermarci e una decisione diventa obbligata: cambiamo programma e rientriamo passando da Carbonin. Mangeremo qualcosa più tardi.


Detto fatto, lasciandoci il rifugio alle spalle ci buttiamo giù per la strada forestale, con qualche apprensione perché la ricordiamo particolarmente sconnessa. 

Fortunatamente non è così e in sei km siamo a Carbonin e poco dopo ci rifermiamo ad ammirare per l'ennesima volta le Tre Cime in lontananza.
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E' fatta, con nelle gambe  50 km complessivi e mille metri di dislivello superati, prima in salita e poi in discesa, in pochi minuti voliamo a Dobbiaco, e ad una sosta ristoratrice nella sua bella piazza ombreggiata.

La fatica è stata grande. Ma grande è anche la soddisfazione e irresistibile il desiderio di raccontare.

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