Un piccolo corso d'acqua, un ponte romano che lo scavalca lungo la vecchia via Emilia; nei pressi un guado e una statua di Giulio Cesare a vegliare sul traffico: ce n'è a sufficienza per affermare che qui, a Savignano, fu pronunciata la storica frase. Qui e non nei pressi di Cesena, dove scorre un diverso Rubicone. E pensando al condottiero nell'atto di attraversare il fiume su un destriero possente, anch'io ho attraversato il Rubicone su un cavallo ... blu!
Con un obiettivo meno ambizioso, semplicemente quello di iniziare ad esplorare più capillarmente i colli riminesi dopo quelli cesenati.
A Savignano sul Rubicone inizia la nostra esplorazione odierna.
Ci concediamo una rapida esplorazione del centro, un salotto di bar e ristoranti lungo la via Emilia che incrocia la bella piazza, e subito prendiamo la via delle colline, costeggiando il fiume.
Vigne e ulivi. Una continua moderata, per ora, salita ci accompagnerà per i prossimi 10 chilometri mentre, sullo sfondo, al di là della valle del Marecchia, la sagoma famigliare di San Marino veglia sul nostro viaggio e sui nostri pensieri.
Dove c'è vigna c'è anche vino. E ne troviamo presto traccia qui, alle cantine Spalletti, un nome che accende desideri di assaggi ed appetiti purtroppo non appagabili oggi, giorno di chiusura dello spaccio.
Proseguiamo, quindi, verso la nostra prima meta: Borghi, paese a 255 mt di altitudine.
Per me è la prima volta, nutro qualche aspettativa, perché da queste parti ogni piccolo centro è carico di storia. Ma Borghi è proprio un piccolo centro, non c'è nemmeno un bar aperto, e le traccie del passato ci sono ma piuttosto nascoste.
Ripartiamo. Seconda meta di giornata, Sant'Arcangelo.
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