giovedì 17 agosto 2023

IERI E OGGI

 Poggio alla Lastra nel cuore

Cà Morelli, anni '70?

Una mostra fotografica è l'occasione per tornare da queste parti. "Nove Parrocchie da camminare" è il nome della mostra, organizzata su pannelli esposti nel piccolo borgo di Poggio alla Lastra, appennino forlivese. 

Le foto riprendono case e momenti di vita quotidiana di un tempo. Per chi qui ci è nato, come Franca che ci accompagna, evocando ricordi e nostalgia. Case, mulini, chiese (nove parrocchie) un tempo pieni di vita e che oggi, in gran parte non esistono più o sono nascosti da una vegetazione lasciata libera di riconquistare gli spazi che in secoli faticosi le erano stati sottratti. 

È il destino di Cà Morelli, dove hanno vissuto generazioni di "Talenti", e che ora non è più riconoscibile se non, forse, calpestandone i resti.


Noi però non siamo qui per camminare ma per pedalare. E Cavallo Blù non è in grado di  avventurarsi nella riscoperta della bella mulattiera fra i castagni che univa Cà Morelli a Poggio alla Lastra  e a Santa Sofia. Oltre che, dall'altra parte, a San Piero in Bagno.

Il piccolo cimitero, in disuso ma non abbandonato, ci accoglie anticipando le poche case del borgo, un luogo di quiete immerso nella pace di questi monti.

Poi, case di sasso ben tenute, la piazzetta con la chiesa e la fontana, l'asilo trasformato in campo estivo per ragazzi e un improvvisato bar per i pochi turisti. 




Ammiriamo le immagini e a percorriamo con calma i dieci km ( più dieci al ritorno) dal bivio sulla strada che da Santa Sofia sale al Carnaio, dove abbiamo parcheggiato, e l'agriturismo "Cà di Veroli" confrontando quel che si vede oggi con le immagini del passato. Oltre che con i ricordi giovanili e con le storie e i nomi più volte raccontati.

Ecco allora che, attraversato il borgo, dopo un lungo tratto di strada in cui il fiume ci ha fatto compagnia, ritroviamo il "Mulino di Boghi", che ancora esiste.


Ormai ci superano numerose auto dirette all'agriturismo o alle invitanti pozze del fiume da cui provengono voci festose. Non mancano alcuni ciclisti "motorizzati" pronti ad affrontare le salite per raggiungere  le tante mete possibili. Anche noi siamo tentati, ma non oggi.


Per noi è tempo di rientrare: preferiamo restare immersi nei silenzi del passato, un esercizio impegnativo che lascia in secondo piano la fatica del pedalare. 
Fatica comunque ragguardevole, perché alla fine della breve escursione sarà quasi di 500 mt il dislivello in salita superato.

















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