martedì 17 ottobre 2017

IN PACE COL MONDO, correndo fra fiume e valle

10 km sull'argine che separa il  Reno dalla valle di Comacchio, da Sant'Alberto verso il mare.



Da quando ha saputo che abbiamo un blog, Cavallo blu vorrebbe lanciarsi ogni giorno in nuove esplorazioni da raccontare. Ma oggi non ho voglia di caricarlo in macchina, e nei pressi di Ravenna c'è poco di nuovo.
Gli propongo di puntare a Sant'Alberto ed alle valli, anche se per arrivarci c'è un bel tratto di strada provinciale da percorrere. "Ho gambe allenate e zoccoli gommati, andiamo" mi dice. E così andiamo.



La strada in effetti è trafficata e dal centro di Ravenna al paese son quasi 20 km, in gran parte in una campagna piatta, da cui affiorano di tanto in tanto impianti di estrazione e che è presidiata dall'assidua presenza, in lontananza verso nord, delle mega attrezzature per la lavorazioni dei rifiuti: non la miglior compagnia per una gita nel cuore del parco del Delta.
Arriviamo al Lamone, ne osserviamo gli argini in previsione di future escursioni. Non sono particolarmente invitanti. Proseguiamo, ed eccoci a Sant'Alberto. Un paese orgoglioso, fiero delle sue origini vallive, della sua tradizione cooperativa; fiero del suo Olindo Guerrini.


Sant'Alberto è una tappa importante del percorso ciclistico Adriabike che dalla Slovenia arriva a Ravenna.


Ci concediamo una sosta ristoratrice ed una breve visita per rubare qualche immagine della casa di Olindo Guerrini e del "Palazzone", sede del museo NatuRa. Il paese si sviluppa lungo una strada che termina sul fiume.
Considero il Reno, con il suo affluente Idice, il mio fiume, perché lambisce il paese in cui sono nato. Tante volte mi sono ripromesso di percorrerne gli argini con Cavallo, si può arrivare a Ferrara, ma non l'abbiamo mai fatto. E' quindi una "prima volta" che crea qualche aspettativa in più. Aspettativa non tradita oggi!
Un rapido passaggio in traghetto e siamo di là, affacciati sulle valli di Comacchio.


Peccato non aver portato la macchina fotografica vera, perché ci troviamo in un posto difficilmente descrivibile a parole. Ci accontentiamo, e percorriamo in silenzio i dieci chilometri di quest'argine che sembra galleggiare sull'acqua e sul regno indiscusso di aironi, cigni e fenichotteri rosa. A volte disturbati dalla nostra presenza da cui prendono commiato con un volo indolente, più spesso indifferenti al nostro passaggio. 


Il senso di pace è totale, e il pensiero dei chilometri da percorrere per rientrare diventa leggero. Anche i manufatti creati dall'uomo che compaiono da un certo punto in poi nella valle non turbano l'armonia del luogo.


E così i dieci km di strada ghiaiata passano in fretta, e ci troviamo alla fine del percorso, contro la Romea, nei pressi della trattoria Primaro. Primaro è il nome dell'antico ramo del Po che ora si è trasformato nel Reno.


Ci piacerebbe spingerci alla foce, ma non è possibile perché da qui in poi è zona militare.
Puntiamo a Ravenna, prima tappa Casalborsetti. Ci sono altri trenta chilometri da percorrere e raccontare, ma non oggi. Oggi siamo appagati così, e non desideriamo concentrarci su altro da raccontare.
Come già qualche tempo fa ha fatto l'amico Italo, che questa strada la percorsa e ricordata come solo lui sa fare!




Per avere altre informazioni su questi luoghi: www.bikeitalia.it

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