martedì 4 agosto 2020

DOBBIACO-CORTINA-DOBBIACO: impossibile non farlo ogni anno!


Ebbene sì. Ci facciamo attendere!


Non perché la salita sia particolarmente dura, ma perché essere ancora qui, in una splendida giornata di sole, nel primo giorno di vacanza dell’anno del Covid, è un piacere da gustare con calma, da intenditori, da amanti della montagna. Anche se la temperatura, inizialmente, è bassa e l'aria pungente.
Ci sarebbe poco di nuovo da dire: abbiamo già raccontato del nostro andare da Dobbiaco a Cortina due volte.
La prima 4 anni fa. Una prima escursione timorosa, sola andata, ritorno in bus.
La seconda nel 2018, con miglior organizzazione e miglior conoscenza del percorso, andata e ritorno.
Chi lo desidera può rileggersi i nostri racconti.

Oggi quindi più che sulla cronaca ci soffermiamo su qualche impressione.

Le tre cime sono ancora lì, splendide, a vigilare sul primo tratto del nostro percorso...


Le gallerie e i passaggi arditi sono ancora lì, invitanti.

Cortina è ancora lì, ad attenderci. Per noi ogni volta è un piacere rinnovato entrare nella stupenda valle D'Ampezzo ... e, subito dopo, è forte il  desiderio di fuggire da vetrine e traffico.

















A cambiare son stati alcuni dettagli del percorso. Un percorso che negli ultimi tempi aveva subito gravi danni, costringendoci a volte a faticose deviazioni. Per frane imponenti o, l’anno scorso per interi tratti di bosco abbattuti. 

Frane, soprattutto nei pressi di Dobbiaco, ce ne sono ancora, perché l’inclemenza del tempo è ormai divenuta una costante di ogni anno, ma la strada è totalmente libera e ben battuta e protetta da lavori importanti di ripristino idraulico. Il fondo è prevalentemente in ghiaino compatto, in particolare nel tratto Atesino.  


Restano tracce dei danni passati: tratti di bosco ridotte a distese di ceppi.
E almeno una delle bellissime stazioni crollate: è un vero peccato che non si riesca a restaurarle e riutilizzarle. Speriamo che per l’occasione dei prossimi mondiali di Cortina e, soprattutto delle future olimpiadi, qualcosa in più si possa fare.

Ma la natura non è solo spietata: in poco tempo cura le ferite che infligge ricoprendo di nuova vegetazione aridi ghiaioni. Come nel tratto più spettacolare del percorso, dopo lo scollinamento verso Cortina, quello che domina Fianes.

Un percorso conosciuto quindi, che anche oggi abbiamo compiuto nella sua interezza, andata e ritorno, che ogni volta rileva qualcosa di nuovo.

Un percorso amato che resta tappa irrinunciabile della nostra estate fra le Dolomiti.



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